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Riforme, non controriforme

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La logica della riforma , o meglio controriforma, del pubblico impiego a opera del ministro Filippo Patroni Griffi ? incomprensibile. Si attendevano passi avanti rispetto alla riforma Brunetta, non passi indietro. Il disegno di legge di Elsa Fornero prevede la possibilit? di licenziamenti con consistenti indennit?, sia per motivi economici che per motivi disciplinari. Anche se un’ applicazione automatica delle nuove regole ai dipendenti delle amministrazioni centrali e locali urta contro la diversa natura del rapporto di lavoro, tuttavia appare sbagliato non adottare qualcosa di analogo per loro. Ci? in particolare per i comportamenti di palese indisciplina, come l’ assenteismo ripetuto o lo svolgimento di attivit? private nell’ ufficio pubblico: due piaghe delle nostre burocrazie statali, regionali e locali. Invece il progetto Patroni Griffi , con gli obblighi di continua consultazione dei sindacati per le decisioni sul personale, introduce nuovi elementi di rigidit? in questa materia. Esso adotta il principio per cui, per la valutazione dei dipendenti statali e per i premi di produttivit?, non si fa pi? riferimento ai singoli lavoratori, divisi in tre fasce in base alla loro produttivit? come nella riforma Brunetta, e ci si affida soprattutto al costo/risultato del dirigente per la sua unit? operativa. Nessun manuale di project management, la tecnica di gestione del budget aziendale, accoglie simile criterio. Se il manager non pu? graduare gli incentivi alla condotta dei singoli addetti, non pu? gestire con efficienza. Ci? va impedito, mentre il governo deve piuttosto concentrarsi sulle spese abnormi delle regioni e degli enti collegati. La spending review deve iniziare da l?.

protocollo-intesa

fonte: www.uilpa.it

a cura di T. C. e S. M.