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Vinti e vincitori della guerra in Ucraina.

OIP

 

 

 

 

Della vicenda Ucraina si tende a parlare troppo poco delle conseguenze economico sociali.

Si potrebbe dire che, come in tutte le vicende estreme, non vi sia un effettivo spazio per le mezze misure e che anche questa tragedia vede chiari vinti e vincitori: non sorprendentemente i vincitori erano già ricchi prima della guerra ed i perdenti erano sicuramente, in termini relativi, la parte più povera della società.

Qui parliamo, ovviamente, di conseguenze economiche. Tralasceremo le immani perdite umane e, con esse, loro tracce indelebili nelle menti e nella psiche di chi ha avuto la casa bombardata, di chi è andato in prima linea, di chi è stato costretto a fuggire, di chi si è ritrovato profugo in paesi più o meno vicini.

Il primo perdente, a prescindere da ogni risultato che avrà la guerra, è ovviamente l’Ucraina. La banca mondiale stima in circa 350 miliardi le perdite dirette ed indirette patite dal paese invaso, dalle sue attività economiche ed infrastrutture.

Queste perdite erano difficilmente evitabili. Il paese è stato invaso, il paese invaso si è difeso con tutta la forza ed il coraggio che aveva. Non avevano scelta ed hanno agito con una determinazione ed un coraggio che pochi gli riconoscevano prima della guerra.

Ma gli altri sconfitti?

I secondi grandi sconfitti sono i poveri e le classi sociali medio basse in Europa, con a ruota tutti gli altri cittadini dello stesso territorio. Il gas aveva raggiunto un picco di 300 euro nell’estate 2022. Qualcuno potrebbe obiettare: sì ma ad agosto nessuno usa il gas. Cosa vera, non fosse l’insignificante particolare che – a quegli importi – sono state comprate le riserve strategiche dei paesi,: questi enormi aumenti ricadono poi sui bilanci di cittadini e di imprese attraverso l’aumento delle spese per il trasporto della materia gas naturale. In pratica una tassa aggiuntiva della quale nessuno sembra curarsi.

Oltre a questo, vi sono i costi diretti sostenuti dallo stato. Nel solo 2022 il DEF, Documento di Economia e Finanza, situa a 41.44 miliardi la spesa pubblica per diminuire gli effetti del caro energia (gas ed elettricità).

A questi vanno aggiunti 21 miliardi per il 2023.

Con un grande livello di approssimazione si può dire che, nel momento in cui scriviamo, ad ogni italiano (bambini compresi) questa guerra è costata 1040 euro di sole tasse per il gas.

A queste andrebbero poi aggiunti i costi privati sui 68.5 miliardi di metri cubi di circa 20 miliardi che gli italiani (cittadini ed imprese) hanno dovuto sostenere: quindi circa altri 336 euro a testa. Per l’elettricità, sui 300 miliardi di kWh, i conti si attestano a circa 26 miliardi: sono circa 433 euro a testa.

Ovviamente queste spese hanno colpito in maniera sproporzionata i poveri. Le elaborazioni di lavoce.info ci dicono che prima di questa crisi la fascia più povera della popolazione spendeva già circa il 15% del reddito per l’acquisto di queste materie. Non è necessario essere fini analisti per capire quale possa essere l’impatto di un aumento del 40% dell’elettricità e del 108% nel caso del gas.

Insomma, agli italiani, la difesa ucraina è già costata 108 miliardi. Ma agli altri paesi europei? Proporzionalmente si può dire che le cose non siano state enormemente differenti.

Diciamo che, quindi, power purchasing partity, questa vicenda ai cittadini europei è già costata 800 miliardi di euro di sole spese per energia a cui andrebbero aggiunti tutti gli aiuti diretti ed indiretti all’Ucraina.

E agli USA? Ad ora circa 73 miliardi dei quali 44 di aiuti militari. Zero di costi energetici. Anzi, essendo paese produttore, il guadagno è stato molto ingente.

Abbiamo parlato brevemente dei due grandi perdenti ma, quindi, chi sono i vincitori di questa guerra?

In Europa due paesi evidentemente non bisognosi: Norvegia e Paesi Bassi.

Entrambi fortissimi esportatori netti. Il secondo anche fruitore della politica di difesa comune.

Nel mondo: il Qatar, l’Azerbaijan, l’Algeria, l’Iran, l’Arabia Saudita, l’Angola- note democrazie che necessitano di ulteriori risorse gratuite – oltre al Canada, all’Australia ed agli Stati Uniti. Queste nazioni rappresentano circa il 60% dell’export mondiale.

A queste nazioni è stato fatto il più gigantesco trasferimento di risorse dai tempi del post Kippur (circa 50 anni fa). Questi trasferimenti sono stati fatti dalle tasche dei contribuenti e dei cittadini europei a persone che, quando andrà bene, li utilizzeranno per rimpinguare un fondo sovrano, nel caso della Norvegia, o per comprarsi la 30esima Ferrari, nel caso di quasi tutti gli altri citati.

Una piccola riflessione a valle delle considerazioni su vincitori e vinti.

La parte più scandalosa di questa vicenda è l’assenza di un minimo dibattito, e tutto questo facendo finta- a guerra in Yemen in corso- che noi occidentali stessimo difendendo l’Ucraina per puro spirito di umanità e bontà.

Io, personalmente, sono molto favorevole all’intervento in Ucraina. Penso che le guerre di aggressione vadano cancellate dalla storia. Detto questo però, trovo incomprensibile non aver imposto alla Norvegia ed all’Olanda una condivisione dello sforzo. Trovo incomprensibile che – dei costi sostenuti da noi europei – non si sia mai parlato in modo organico.  Trovo incomprensibile anche che, andati in guerra per interessi non nostri, per uno stato che non era nostro alleato, non si sia trovato un modo per discutere, collettivamente, su cosa fare. Quasi che fosse un obbligo, mentre era una scelta.

A chi obietta che con le truppe al confine ucraino non si poteva far nulla di diverso vorrei ricordare che il parlamento inglese decise cosa fare con Hitler alle porte. Diciamo che quella discussione non ha salvato solo il mondo ma anche la democrazia in occidente. Ecco, questa volta, quella discussione, non si è neppure abbozzata.

Ci troviamo quindi con i poveri più poveri (gli sconfitti di cui sopra) i ricchi più ricchi e con una democrazia sempre più debole.

La sinistra, nuovamente, incapace di difendere i più deboli viene poi erosa, in tutta Europa, da folli estremisti di destra che propongono ricette deleterie e, alle volte, criminali.

Cavandocela con una battuta si potrebbe dire: che bel successo.

Bologna 21 luglio 2023

Andrea Sintini

 

One Response to Vinti e vincitori della guerra in Ucraina.

  1. Federica Rispondi

    25 luglio 2023 a 16:07

    Bravissimo. Pessimista e lucidissima analisi. Purtroppo per noi.

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