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Rivoluzione verde e Siena

Pasted Graphic

Lo schema colorato sopra (fonte Agenzia statale per la coesione territoriale) illustra sinteticamente gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) sia in termini di sfide che di missioni.

E interessante capire come  questo ambizioso piano si traduca da un ambito nazionale ad uno locale soprattutto per due missioni, importanti quanto dai contorni incerti, quali la rivoluzione verde e transizione ecologica e le infrastrutture per la mobilità.

Volendo calare il piano nell’ambito micro di Siena si osserva come il tessuto urbano della città abbia risentito della progressiva de-urbanizzazione  e della specializzazione su di  un modello economico residuale di turismo mordi e fuggi. Sono pertanto emerse alcune criticità  strutturali che richiedono attenzione ma soprattutto azione:

  1. ZTL simulacro del traffico limitato. Da tempo si registra un consistente aumento del traffico nel centro storico sia commerciale che di residenti nonchè la sosta auto anche per lunghi periodi in aree di interesse storico artistico. Un esempio il piazzale prospicente San Domenico.
  1. Mobilità insostenibile. Criticità di un modello di mobilità incentrato unicamente sull’auto e carenza di infrastrutture per la mobilità quale il trasporto per ferrovia (v. Il recente scritto Ferrovia Locale apparso nella Voce di Luglio). La città progressivamente svuotata dei residenti è al centro di flussi auto da e per le periferie e di turismo orario per gomma.
  • Marginalizzazione di alcune aree del centro storico oggi divenute di servizio della direttrice principale Banchi di sopra, Banchi di sotto, Via di Città con un evidente impatto sociale e ambientale. Vie di scorrimento di traffico commerciale e  privato per veicoli sempre più ingombranti / inquinanti che mettono a rischio la salute e l’incolumità personale. Pesanti anche le ricadute economiche negative per le attività commerciali ivi residenti in quanto il passaggio pedonale, locale e turistico, è concentrato nella  suddetta direttrice. Un esempio per tutte  è Via dei Termini, un tempo ritenuta una strada piacevolmente alternativa al Corso, ricca di palazzi di pregio di storiche famiglie senesi (Mignanelli, Barbagli, Tolomei) ignorati dai flussi turistici . La marginalità della via  è evidenziata dallo stato di abbandono di edifici come l’arco delle Travi o dei Pontani dove esistono, purtroppo dimenticati, storici tabernacoli.

A fronte di queste ed altre criticità Siena è tuttavia potenzialmente in grado di sottoscrivere gli obiettivi contenuti nel PNRR. Però volendo dare concretezza alla “rivoluzione verde “ e applicarla al contesto senese occorre:

  1. una maggiore coscienza individuale ed un cambiamento di abitudini da parte dei cittadini che utilizzino l’auto (prospettivamente elettrica) quando strettamente necessario ed effettuino la lunga sosta fuori dal centro storico. Inoltre il pendolarismo dovrebbe essere facilitato da una rete di trasporti pubblici efficienti e a costi competitivi rispetto all’utilizzo dell’auto (una persona un auto). In Germania per abbattere l’inquinamento sono previsti abbonamenti ai servizi pubblici quasi a costo zero
  1. un’ azione concreta da parte dell’Amministrazione pubblica volta alla:

b.1. limitazione del traffico di veicoli privati e commerciali endotermici. Per questi ultimi potrebbero essere realizzati dei punti di raccolta merci da cui si dipartino veicoli elettrici adibiti alle consegne nel centro commerciale naturale;

b,2 incentivazione all’utilizzo di veicoli ibridi o/e elettrici. Contrariamente a quanto avviene in altre città, a Siena non esiste un regolamento comunale che regoli e faciliti l’utilizzo dell’elettrico verso l’endotermico;

b.2 potenziamento dei collegamenti ferroviari sollecitando investimenti pubblici / privati (nella forma di Partenariato Pubblico Privato[1]) finalizzati al raddoppio della linea attuale e alla sua elettrificazione.

Indubbia è la comodità di parcheggiare l’auto sotto casa e di utilizzarla per ogni occasione (come suggerisce una pubblicità di cibo per animali). Tuttavia adeguarsi oggi a comportamenti collettivi energivori non è più sostenibile né materialmente nè eticamente.  Ogni nostra azione di consumo di risorse non rinnovabili produce effetti a medio e lungo termine sull’ambiente di cui dobbiamo tenere una contabilità dei costi / responsabilità individuale.

Il piano PNRR non è soltanto una cascata di mezzi finanziari per la ripresa e resilienza del paese ma soprattutto un mutamento di paradigma culturale e materiale rivolto al futuro delle nuove generazioni EU.  Le 6 missioni sono strettamente correlate tra di loro per fronteggiare l’emergenza sanitaria e ambientale e le azioni congruenti devono partire da ogni singolo individuo e collettività.

Occorre sollecitare e capire quale rotta la Città vuole tenere.

Non è più possibile andare semplicemente alla deriva esiste il rischio concreto di naufragio.

Luciano Fiordoni

Sovicille 4 Agosto 2022

[1] ll partenariato pubblico-privato è una forma di cooperazione tra i poteri pubblici e i privati, con l’obiettivo di finanziare, costruire e gestire infrastrutture o fornire servizi di interesse pubblico

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