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Contro le quote rosa

 

In questi giorni una battaglia furibonda si è scatenata attorno a quelle che il linguaggio comune ha già introiettato come “la battaglia delle quote rosa”.

Molte persone che non conosco personalmente ma stimo profondamente come Pierluigi Bersani ed altre persone che conosco e che stimo moltissimo si sono schierate a fianco di questa battaglia.

Nonostante ciò non riesco ad essere convinto della giustezza di questa campagna.

Non perché non sia persuaso del fatto che le donne siano discriminate nel mondo politico e che, per ragioni a me veramente aliene, vengano considerate nel nostro paese dei paria in termine di autorevolezza.

Non è neppure perché pensi che se non si passasse attraverso questa forzatura l’obiettivo della parità di rappresentanza sarebbe comunque raggiunto in altri modi (purtroppo la battaglia politica di massa non è figlia di questo tempo).

No, il motivo della mia contrarietà è puramente pratico e deriva dai numeri. Per chiunque sia coinvolto nell’attività politica è di tutta evidenza che tra i militanti, quadri, dirigenti la presenza maschile è preponderante, alle volte in maniera imbarazzante.

La cause, secondo me, sono da ricercare secondo me nella vittoria della battaglia qualunquista che ha convinto la maggioranza dell’inutilità della politica-dimenticando gli aspetti morali, che intelligentoni questi qualunquisti: una cosa che si occupa di molto più della metà del tuo reddito sarebbe una cosa inutile. Complimenti!

Avendo ucciso il concetto di utilità chi potevano essere le prime vittime se non quelle che nella società italiana sono le somme cavaliere del concetto di utilità e praticità.

Questo ha acuito un dramma democratico che purtroppo sembra destinato a durare.

Se questa è la realtà dove andrebbero a pescare quindi queste quote rosa? Proprio da questo bacino ridotto dal quale, per legge dei numeri, sarebbe indiscutibilmente più difficile trovare dirigenti donne di buona qualità in egual numero rispetto agli uomini.

Vogli quindi lanciare una proposta: mettiamo rigorose quote rosa tra i dirigenti pubblici dove certamente le donne che vi aspirano sono in numero pari e superiore a quella degli uomini e lasciamo stare le cariche elettive.

Nella politica cerchiamo di fare nel nostro piccolo tutti la propria parte per far tornare le donne alla politica, avessimo successo in questa battaglia, in tempi come questi, la rappresentanza paritaria diventerebbe solo una questione di pochi anni.

Londra 17 marzo 2014

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