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Cina e cristianesimo: dal Catechismo di Matteo Ricci alle rivisitazioni contemporanee del pensiero di Tommaso d’Aquino

di Amina Crisma

 

 

 Le vicende  passate e presenti del cristianesimo in Cina sono tematiche di grande interesse non soltanto per coloro che si occupano di storia missionaria o che si propongono finalità di evangelizzazione, ma offrono una ricca e stimolante materia di riflessione per chiunque si ponga il problema delle possibilità e delle modalità di un autentico rapporto interculturale fra Cina e Occidente – un argomento, questo, su cui oggi più che mai sono aperti dibattiti vivaci ( per una sintetica rappresentazione di questo problema e delle sue attuali formulazioni si veda, ad esempio, di Amina Crisma, “Pensare la Cina in un orizzonte interculturale” in G. Pasqualotto, Per una filosofia interculturale, Mimesis, Milano 2008, pp. 179-212, e “Come si pensa la Cina?” in Inchiesta, n. 185, 2014, pp. 36-41, visibile anche su www.inchiestaonline.it).

Su quest’argomento ci offre freschi e stimolanti contributi il domenicano Antonio Olmi (maceratese come Matteo Ricci, docente di Teologia sistematica alla Facoltà teologica dell’Emilia Romagna e autore di numerosi studi), con due suoi interventi ora apparsi su Inchiesta ( www.inchiestaonline.it ): “Tommaso d’Aquino in Cina” e “Una nuova traduzione italiana del catechismo di Matteo Ricci”.

Essi sono idealmente collegati, in quanto l’idea tomistica di una ragione sapienziale e naturale condivisa dall’umanità intera a livello universale fu il presupposto del grande tentativo di inculturazione del cristianesimo attuato dalla missione dei gesuiti in Cina di cui Ricci fu il promotore, e che costituì la premessa per una scoperta della cultura cinese da parte dell’Europa di cui ancor oggi siamo tutti debitori.

Il primo è un reportage sul convegno internazionale svoltosi fra il 13 e il 16 novembre a Wuhan, capoluogo della provincia dello Hubei (centro-sud della Cina), a cui padre Olmi ha partecipato come relatore, insieme a vari studiosi di prestigiose università occidentali, di Taiwan, di Hong Kong e della Cina continentale. La sua corrispondenza, fra l’altro corredata di un ricco repertorio fotografico, oltre che dar conto del convegno e delle sue tematiche, offre una vivida descrizione del campus universitario che l’ha ospitato, uno dei più grandi del mondo, e dei principali ambienti della città, cogliendone  con  penetrante sguardo da sociologo gli aspetti salienti, i contrasti, le contraddizioni.  Ne emerge un articolato affresco di vita quotidiana nella Cina contemporanea presentato da una prospettiva originale, particolarmente attenta  a registrare il continuo intreccio di vecchio e nuovo, tradizione e modernità che ne costituisce la peculiare connotazione.

 

Il secondo articolo di padre Olmi illustra sinteticamente gli aspetti essenziali della nuova traduzione italiana del catechismo cinese di Matteo Ricci, opera dello stesso Olmi e del sacerdote cinese Giovanni Battista Sun, pubblicata con il testo cinese a fronte dalle edizioni Studio Domenicano nel 2013 e in tale ambito di recente presentata a Bologna. Pubblicato per la prima volta a Pechino nel 1603, esso si può ritenere la più alta espressione del tentativo ricciano di acclimatare nella lingua e nella cultura cinese i contenuti fondamentali del cristianesimo: un’impresa di straordinaria genialità, che tuttora stupisce il lettore per il suo ineguagliabile connubio di apertura dialogica e di rigore – una lezione di metodo oggi più che mai valida, in questi nostri tempi a torto convinti che non si diano alternative possibili fra gli estremi opposti e speculari del relativismo senza principi e del fondamentalismo identitario.

Amina Crisma

 

 

 

 

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