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Alleanza anti-amianto con Francia e Belgio

È la speranza collettiva di giustizia, che travalica anche le frontiere, a rendere il processo Eternit diverso da tutti gli altri. A centinaia ieri mattina, familiari e vittime dell’ amianto, hanno preso parte alla prima udienza del processo d’ Appello nei confronti del magnate elvetico Stephan Schmidheiny e il barone belga ultranovantenne Louis De Cartier, condannati

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in primo grado a 16 anni di carcere per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. La stessa battaglia Cappellini, pettorine, bandiere. Pullman dall’ Emilia, dal Sud Italia e soprattutto da Casale Monferrato. A dare il loro sostegno sono arrivati anche dalla Francia e

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dal Belgio, dove le battaglie giudiziarie contro l’ amianto stentano a decollare. «Da noi – dice Eric Jonckheere, presidente dell’ associazione belga vittime dell’ amianto- si parla pochissimo dei problemi dell’ amianto perché hanno comperato il silenzio della gente versando 40 mila euro a ciascuna parte lesa. Io, per colpa della polvere, ho perso cinque parenti, quel denaro lo rifiutai: volli fare il processo». Vive a Kapelle Op Den Bos, dove ci sono stabilimenti Eternit. «Nel mio giardino – racconta – le concentrazioni di amianto sono cinque volte superiori alla norma. La Casale del Belgio Il mio paese è la Casale del Belgio». In Francia, invece, il processo contro la Valeo di Condé sur Noireau, in Normandia, azienda produttrice di tessuti d’ amianto in una valla battezzata «vallée de la mort», rischia di chiudersi il 28 febbraio prossimo in un nulla di fatto. «Mentre il giudice istruttore Marie-Odile Bertella-Geoffrey – racconta Alain Bobbio, portavoce dell’ associazione francese – che da dieci anni conduce inchieste sull’ amianto sarà probabilmente sollevata dal suo incarico per volere del nuovo ministro». Ecco perché ieri questa «multinazionale delle vittime», come loro stessi si sono definiti, si è ritrovata a Torino, per sostenere il processo d’ appello contro la «multinazionale della morte». La squadra dei pm A sostenere l’ accusa sono ancora una volta i pm Raffaele Guariniello, Gianfranco Colace e Sara Panelli, applicati alla procura generale, insieme al procuratore generale Ennio Tommaselli. Il collegio è presieduto dal giudice Alberto Oggè, con i giudici a latere Elisabetta Barbero e Flavia Nasi. L’ udienza di ieri è scivolata via in fretta, tra appelli e liturgie preliminari. La vera battaglia inizierà nelle prossime settimane. In prima fila tra il pubblico c’ era Romana Blasotti, l’ anima, la memoria, il cuore dell’ associazione delle vittime di amianto. Cinque lutti in famiglia. «È importante essere qui perché dobbiamo far sapere a tutti che abbiamo ancora tanta voglia di giustizia». E la strada è ancora lunga. La sentenza di primo grado ha condannato gli imputati anche a risarcire i danni alle parti lese: 6400 in tutto, per un ammontare di circa 100 milioni di euro. Ma le parti lese continuano ad essere costituite nel processo perché lamentano di non essere state pagate.

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