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La buona scuola? Uguaglianza è competitività, cosa credi?

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La scorsa settimana uno studio scientifico dell’università di Cambridge in congiunzione ad un altro gruppo di ricercatori ha stabilito che il metodo di insegnamento della matematica di Singapore non solo è migliore, ma funziona anche se applicato a bambini occidentali.

Vedo già le facce sconfortate di chi legge che sommerge lo scritto con un gigantesco: embè?!

Cosa prevede questo metodo di insegnamento? Come hanno fatto i singaporegni a diventare gli incontrastati detentori del primato mondiale nelle capacità matematiche?

Con una parola che se la dicessimo durante una qualunque riforma della scuola ci taccerebbero di essere radical chic, ignoranti, quelli che non sanno mai dove sta la realtà ma che la vogliono creare per cullare i propri bei sogni: la solidarietà.

Il metodo è semplice: nessuno deve restare indietro. La matematica si insegna passo, passo e non si procede finchè anche l’ultimo della classe non ha quel minimo di maneggevolezza del tema che gli permetta di affrontare il quello successivo con mezzi adeguati.

In questo modo i bambini e ragazzi più naturalmente dotati riescono ad approfondire il tema con più esercizi, approfondendo e si presentano ancora più preparati al passo successivo mentre i ragazzi e bambini a cui la natura o il momento (visto che non c’è costanza statistica nella bravura scientifica) non garantiscono un’altrettanta spedita capacità possono seguire e terminare il programma in pari.

Certo un metodo complesso che richiede a chi determina i programmi ed agli insegnanti uno sforzo molto maggiore, ma che alla prova dei fatti funziona e anche molto, molto bene.

In questi giorni parlando di buona scuola mi è sembrato che il dibattito sia stato tutto concentrato sulla struttura di funzionamento, sul ruolo degli insegnanti, dei presidi e sui contratti.

Sono tutte cose importantissime, ovviamente, sia perché riguardano la capacità di dispiegare nella pratica un progetto culturale evitando che resti sulla carta, che perché riguardano la vita di centinaia di migliai di essere umani e lavoratori; putroppo però del progetto culturale al quale si punta francamente si è parlato poco e vagamente.

Ecco, puntare ad un modello che non lasci indietro nessuno ma porti avanti tutti sarebbe un ottimo punto di partenza. Il fatto che probabilmente nel medio periodo questo progetto potrebbe portare all’eliminazione delle bocciature provocherebbe altri anatemi sia degli ignoranti che perché sono troppo pigri per leggere anche una paginetta di topolino amano tacciare ogni persona che fa una riflessione fuori dal coro di “fighettismo” che delle persone che, con molte ragioni per carità, temono che questo nel sistema italiano significherebbe un lassismo che provocherebbe la distruzione della cultura di massa, ma ce ne faremo una ragione.

Un libro, putroppo letto pochino dai mestieranti della polica, che abbiamo presentato due anni fa si chiamava più uguali più ricchi ed è stato scritto da uno dei principali collaboratori di Renzi: Yoram Gutgeld.

Ecco se si ripartisse da li non sarebbe male. Seguendo la stessa filosofia per la scuola proporremmo un altro titolo sulla scorta dell’esperienza di singapore e degli esperimenti inglesi: uguaglianza è competitività, cosa credi?

Londra 18 giugno 2015

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