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Più uguali più ricchi

di Andrea Sintini
segretario di Valore Lavoro
L’incontro pubblico che l’associazione ha organizzato con l’on. Yoram Gutgeld ed il vicesindaco Silvia Giannini presso la sala del Baraccano per presentare il libro “Più uguali, più ricchi” è stato come di consueto una piacevole occasione di confronto che Valore Lavoro ha voluto organizzare per portare le forze politiche del centrosinistra a dibattere su temi concreti e di forte impatto sulla vita quotidiana dei cittadini.
La presentazione è stata incentrata principalmente sui temi forti del libro, ripresi più volte sia dall’autore che dal vicesindaco
Giannini: I nodi irrisolti della politica economica del nostro paese come burocrazia, giustizia, efficienza dello stato, errata politica degli investimenti ed anche politica del lavoro.
Nel suo primo intervento l’onorevole Gutgeld ha affrontato la sua proposta forte di politica economica che nel libro è stata ribattezzata 30×4.
Lui afferma che si dovrebbe intervenire immediatamente attaccando quattro capitoli di spesa per cifre di 30 miliardi l’uno evitando la politica dei pannicelli caldi che è stata intrapresa fino a questo momento.
Si dovrebbero recuperare, ripercorrendo politiche già intraprese da Vincenzo Visco, 30 miliardi di euro di evasione fiscale nel
quinquennio di governo attraverso politiche di controllo incrociati, fatturazione elettronica e tracciabilità dei pagamenti.
Rimodulare spese ed abbassare la spesa 30 miliardi di euro rendendo lo stato più efficiente.
Abbassare le tasse sul lavoro per 30 miliardi di euro.
Cambiare il tipo di investimenti della macchina statale per 30 miliardi
Modificare le prestazioni sociali passando da un sistema di assegni ad una struttura che produca servizi per un valore di 30 miliardi.
Silvia Giannini, dopo aver espresso un forte apprezzamento sull’impianto complessivo del libro ha discusso in modo molto
pragmatico e appropriato sulle storture del sistema e ha fatto un’osservazione interessantissima:
“forse è proprio questo il modo di operare. Fare tutte le riforme assieme, non una per una. E’ l’unico modo di superare le resistenze
delle lobby e far si che queste paese riesca finalmente a rialzarsi”.
Gutgeld ha concluso dopo aver esposto diverse soluzioni sul mondo del lavoro- tra le quali pragmatico mantenimento dell’art. 18,
inserimento per i nuovi entranti nel mondo del lavoro di un contratto unico a tempo indeterminato ed a protezione proporzionalmente crescente – ha concluso la serata rispondendo a numerose domande su:
possibilità di aumentare gli investimenti diretti in Italia, sostenibilità del suo piano di riduzione delle tasse sul lavoro per le
classi medio-basse,repporto con l’Europa, miglioramento della burocrazia, impoverimento del ceto medio, struttura dello stato e
miglioramento del sistema sanitario statale.
L’incontro si è terminato lasciando a molti la piacevole sensazione che, in realtà, migliorare questo paese ed usciere dalle secche sia
un’impresa possibile.Come contributo redazionale inseriremo nel blog le domande che sono state poste direttamente o a mezzo mail al relatore e le risposte che l’On. Gutgeld darà sui temi proposti.

3 Responses to Più uguali più ricchi

  1. Pino Carfì Rispondi

    24 novembre 2013 a 20:54

    Vorrei sapere cosa pensa delle retribuzioni di managers che si sono rivelati assolutamente inadeguati e che percepiscono retribuzioni spropositate rispetto la richiesta di riduzione del costo del lavoro dei dipendenti.
    Cosa pensa della politica delle banche che ha portato ad un gran numero di filiali di 2 o 3 persone invece che ad un numero inferiore di fliliali che fossero però in grado di erogare un servizio ( 6 o 7 persone). Ci sarebbe molto altro da dire ma presumo che non si parlerà solo di questo. Pino Carfì

  2. coriolano Pallacci Rispondi

    25 novembre 2013 a 14:36

    Allego un’idea Coriolano pallacci
    Una proposta.
    La legge che aveva istituito un contributo di solidarieta sulle pensioni piu’ alte e’ stata bocciata dalla Corte Costituzionale. Il problema della sperequazione pero’, rimane: in Italia ci sono troppi pensionati che prendono assegni troppo alti e, all’ opposto, ci sono tanti giovani che non potranno mai contare su di una pensione; questa situazione sta provocando un conflitto tra generazioni.
    La proposta cerca una soluzione.

    L’ idea e’ quella di aprire delle posizioni previdenziali individuali a tutti i soggetti di cittadinanza italiana di un’ eta’ compresa tra 18 e 35 anni. In queste posizioni individuali verranno inserite quote di un fondo di private equity che andra’ investito in start up , composte esclusivamente da soggetti con eta’ massima di 35 anni.
    Le fonti di finanziamento del fondo proverranno da una diminuzione delle pensioni, per la parte dell’assegno derivante da calcolo con il sistema a ripartizione.
    Come noto, la parte a ripartizione delle pensioni in essere non e’ stata accantonata in precedenza, e’ semplicemente finanziata dagli attuali lavoratori.
    In questo modo otterremo una diminuzione della frattura intergenerazionale, dato che i vecchi cederanno qualcosa ai giovani sia sotto forma di pensione sia sottoforma di occupazione, in quanto le start up finanziate, dovranno essere costituite esclusivamente da giovani.
    E’ evidente che andiamo a toccare interessi e tenori di vita consolidati, ma con una disoccupazione giovanile del 44%, prima che i giovani si ricordino di essere giovani e quindi forti, sara’ meglio trovare una soluzione e anche in fretta!

  3. Amina Rispondi

    30 novembre 2013 a 17:49

    1. impoverimento del ceto medio.
    un fenomeno imponente e grave nell’attuale situazione, sottovalutato e sottaciuto, è il crescente impoverimento del ceto medio (al cui proposito rinvio all’allegata analisi, che mi sembra lucidissima, di Francesco Indovina).
    C’è consapevolezza della dirompente gravità di impatto, sociale e politico, oltre che economico, che tale fenomeno rappresenta, e quali sono le misure proposte per contrastarlo?
    2. i privilegi della casta.
    il populismo grillino non mi piace, ma non mi piace neppure l’ipocrisia di chi dichiara “d’oro” pensioni di 3000 euro mensili LORDE, e non dice quale sarà la propria pensione (di privilegio non so quanto giustificato), e quali sacrifici è disposto a fare a sua volta, oltre che predicarne la necessità per tutti gli altri. Non darò la mia fiducia né il mio voto ad alcuno in assenza di questa dichiarazione, e non si tratta qui di un discorso meramente economico: Confucio diceva che si governa con l’esempio. Non vorrei esser fraintesa, trovo giusto che ci sia una diversificazione in base alle responsabilità (e comunque, rispetto al ventaglio della diversificazione Adriano Olivetti diceva cose da tener presenti), ma quando si chiedono sacrifici a chi ha poco colui che li chiede, per un elementare principio di equità, deve dimostrare fattivamente la propria disponibilità a farne anch’egli, altrimenti non è credibile, e contribuisce ad aumentare la sfiducia e il clima di disgregazione sociale e politica.
    Qual è la misura delle pensioni che si intende erogare ai politici (governo,parlamento, regioni…) e qual è il contributo di solidarietà che essi si sobbarcheranno?
    3. i contratti di insegnamento nelle università.
    Molte università si avvalgono largamente di professori a contratto, per la maggior parte (ma non solo) giovani che hanno appena finito il PhD, senza il cui apporto molti corsi di laurea chiuderebbero. Sono bravissimi, e sono nelle condizioni di sottoproletariato intellettuale, dato che le retribuzioni ANNUE sono, quando va bene, al massimo di 3000 euro LORDI (ma molti atenei pagano anche molto meno, e c’è anche chi pensa di introdurre il “contratto gratuito”…).
    Quli interventi si intendono attuare per dare una retribuzione dignitosa ai contrattisti ( che significherebbe togliere dalla disperazione e non costringere all’emigrazione tanti nostri giovani studiosi, ragazzi e ragazze)?
    Per attuarli, occorre ovviamente finanziare adeguatamente gli atenei: quali sono le misure, più in generale, previste a sostegno dell’università ? finora quello che si è visto è la cancellazione dei finanziamenti agli atenei “meritevoli”: è su questa strada che si vuol proseguire, al di là di tante roboanti dichiarazioni di intenti in pro del sapere e della ricerca?
    grazie dell’attenzione,

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