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Alla ricerca dei quattro miliardi perduti

Certamente quattro miliardi in un bilancio da più di 700 (pensioni incluse) non dovrebbero spaventare nessuno però.. ecco i però sono il fiore dal colore più vivido nella politica d’oggi. Però non si possono toccare le pensioni come entità a se stante ( principio appena stabilito dalla corte di cassazione che potrebbe mettere a tacere tutti i populisti faciloni che parlano di attaccare le pensioni d’oro sempre che questi riuscissero mai a leggere un rigo di giornale che vada oltre la prima pagina). Però non si possono toccare  i dipendenti pubblici, neppure i dirigenti. Ci vorrebbe una dose di coraggio che è almeno dieci volte superiore a quella distribuita dalla natura all’uomo medio di questi anni. Poi non è detto che abbia senso in un periodo di recessione. Licenziarli per fargli far cosa?

 Allora cosa rimane?

Tutte cose che si possono toccare ma che richiedono, intaccare ulteriormente la fragilissima struttura sociale del paese, lassi di tempo medio/medio lunghi.

Riorganizzare, investire, puntare alla crescita, riqualificare la spesa, insomma tutte cose che, se va bene, richiedono 2 o 3 anni per entrare a regime e dare frutti importanti.

Ma davvero non c’è possibilità di trovare quattro maledetti miliardi in 3 mesi?

Nel nostro piccolo noi potremmo suggerire dove trovare un quarto di questi denari con un tocco di penna, in maniera legale (a differenza di quel goffo tentativo che è stato il contributo per le  pensioni sopra i 90.000 euro), rapida ed indolore per la società tutta.

Abolizione dell’indennità per il possibile richiamo in divisa dei generali (più di 300 milioni) ed incameramento per lo stato dell’inoptato dell’otto per mille (7/800 milioni).

Tutti e due provvedimenti di buon senso, per nulla ideologici, che sanerebbero storture insensate create da uno stato inefficiente.

Il primo lo elimineremmo perché semplicemente non ha senso. Temiamo la guerra? Allora prima preoccupiamoci di avere un esercito decente, ben equilibrato e lavoriamo per un esercito europeo forte nel medio periodo. Non la temiamo? Allora che ce ne facciamo di un gruppo di simpatici vecchietti disposti a tornare in servizio per farla?

Il secondo è semplicemente un discorso di giustizia. Come nel cinque per mille il senso del donare alle chiese è quello di un atto di pura volontà verso istituti che la persona interpreta come caritatevoli e quindi meritevoli.

L’inoptato dimostra che la persona non ritiene nessuno di quegli enti all’altezza delle sue aspettative ma, visto che le imposte sono appunto semanticamente un’obbligazione del cittadino tutto l’in optato, come nel cinque per mille, vada allo stato.

Ecco trovato un miliardo, pronto, domani, tolto a pochi(secondo stime l’ottanta per cento di quei denari va per il sostentamento del clero  che avrebbe da concordato un ente apposito per mantenerlo) per ridarlo ai consumatori tutti.

In periodo di crisi trovare un miliardo di tre giorni non è cosa da poco. Qualcuno ci ascolterà?

Andrea Sintini

Segretario di Valore Lavoro

 

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