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Città metropolitane a confronto

Macciantelli & Valbonesi: Ospiti d’eccezione, preparati e, soprattutto, capaci di un piacevolissimo confronto, i veri protagonisti della serata.

La pubblicazione del libro di Valbonesi, “Quale Romagna?”, raccolta degli scritti dal 1980 ad oggi del politico romagnolo (già segretario regionale del PRI Repubblicano) è stato il pretesto per parlare di città metropolitane, quella bolognese, od emiliana, e quella romagnola, il cd “provincione”, Forlì-Cesena-Ravenna-Rimini, alla luce di quanto previsto dall’art. 18 della Legge 135/2012 (abolizione delle province ed istituzione di dieci città metropolitane).

Ho chiesto ai nostri relatori se l’Emilia e la Romagna supereranno la tradizionale contrapposizione socio-economica per giungere ad una sinergia che sia di stimolo alla ripresa delle attività produttive: entrambi non hanno avuto dubbi. L’Emilia industriale e tecnologica ha bisogno della turistica Romagna, della sua agricoltura e del suo sbocco al mare. Il Sindaco Macciantelli ha efficacemente visualizzato questa condivisione con la metafora di un arco teso con la freccia pronta a scoccare: l’arco e la freccia sono due oggetti che soli non hanno alcuna utilità ma insieme colpiscono un obiettivo.

Ho provocato con questa domanda: “ La Romagna e l’Emilia devono efficacemente collaborare per il bene comune, è ugualmente possibile pensare che forze autenticamente riformiste, quali quelle che fanno capo al PRI e al PD, possano condividere una Politica intelligente e costruttiva? Il riferimento era ad un passaggio dal libro di Valbonesi: “Non possiamo dimenticare che esiste una visione terza della realtà che non è quella socialista e quella cattolica ma repubblicana -liberal-democratica e laica” (pag. 105). La risposta di entrambi è stata non solo positiva ma autenticamente determinata nella condivisione di valori etici che la politica emiliana -romagnola ha già vissuto nell’ultimo dopoguerra.

Ha ragione Macciantelli quando sottolinea come il libro di Valbonesi sia un documento di grande chiarezza e di coerenza, ricco di documenti e di rimandi storici, preziosissimi per non dimenticare.

Personalmente, aggiungo che Valbonesi non è solo un politico preparato ma anche un poeta stimato e vincitore di molti premi letterari: ai presenti ha regalato la lettura di due sue poesie e ha chiuso così, con artistica leggerezza, una serata di intenso dibattito politico. Ma poi, in fondo, la politica non è essa stessa un’arte?!

Un grazie ai presenti e, soprattutto, agli ospiti.

Mirella Di Lonardo

Il libro:“Oliviero Widmer Valbonesi, Quale Romagna?, Tra l’Utopia della regione autonoma e il provincione, senza risorse e deleghe la vera soluzione è la città metropolitana romagna, edizioni Farnedi, € 12,00, Marzo 2013.

La città Metropolitana Bolognese è un' importante opportunità per Bologna per rendere sistemico tutto il territorio provinciale a livello infrastruttuale e culturale. E' un' opportunità per il territorio romagnolo per superare i campanilismi e far sorgere la Città Metropolitana Romagna non contrapposta a Bologna , ma in sinergia, per dare maggiore competitività di sistema all'intera regione. E' un'opportunità per la Regione Emilia-Romagna per ritrovare quel ruolo di programmazione e di progetto capace di realizzare la piattaforma logistica di collegamento nord-sud che gli compete. E' un' occasione per le forze riformatrici per  offrire ai cittadini e alle imprese un modello di governo integrato e moderno capace di competere  e sconfiggere le logiche separatiste e campaniliste della destra e e i populismi dell'antipolitica.
Widmer Valbonesi
Marco Macciantelli: “E’ un libro che ricorda l’importanza dell’area laico-riformista, quel mondo repubblicano, fondamentale soprattutto in Romagna, ma non solo. Radici risorgimentali, costituzionali, poi coprotagonisti del buon governo nel nostro sistema terrritoriale. Ugo La Malfa, Oscar Mammi: occasione per riesaminare un tratto “rimosso” del dibattito istituzionale: il momento in cui, con l’avvio delle Regioni, non si colse l’opportunità di un superamento delle Province. Il nodo è ancora quello, con un accento posto sul rilievo della programmazione, su un’interpretazione corretta dello stesso regionalismo”.

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